Anche i campioni ne sono vittima: Mafia Capitale colpisce Francesco Totti

Che Francesco Totti rappresenti l’idolo per eccellenza della tifoseria giallorossa, che venga considerato alla stregua di un Dio nella capitale, è cosa ben risaputa. Ma a quanto pare, c’è a chi degli dei e degli idoli non gliene può fregare di meno: è notizia di poche ore che in un passato non troppo lontano ci sia stato un convolgimento del capitano giallorosso delle nefandezze di stampo Mafia Capitale. L’inchesta che in questi giorni sta tenendo banco a Roma ha svelato dettagli molto precisi che dimostrano come addirittura personaggi del calibro di Totti non siano stai immuni a tale sistema criminale. Nello specifico, è stato reso noto un tentativo di rapimento del figlio maggiore del capitano, Cristian, che all’epoca dei fatti aveva appena 4 anni, e della “richiesta” del pagamento di varie tangenti a vigili urbani, tangenti regolarmente pagate per evitare brutte ritorsioni. A svelare il tutto è stato Luca Odevaine, l’ex vice capo di Gabinetto ai tempi del sindaco Walter Veltroni ora imputato. Queste le sue parole: un giorno Vito Scala (preparatore atletico di Totti, ndr) venne a parlarmi e mi disse che un ultrà della Roma, appena uscito dal carcere, era andato a dirgli che gli avevano offerto 50 mila euro per rapire il figlio di Totti. Mi chiese di verificare la cosa. Lo feci con l’allora comandante dei Carabinieri Luongo, col sindaco di Roma (all’epoca Alemanno, ndr ) e col Questore Cavaliere. Luongo, tenuto conto della natura della cosa (il tentativo rapimento fu ritenuto solo una voce, ndr ), convenne con me che non sarebbe stato il caso di investire il comitato per la sicurezza. Così la scelta cadde su alcuni vigili vicini alla pensione, che hanno svolto un ruolo di vigilanza fuori dall’orario di lavoro. Li pagava direttamente Totti: lui dava i soldi a me con un assegno tutti i mesi, poi io li davo a loro”.