Prima nel 2010, poi nel 2015. E adesso la vicenda si ripete. Le dinamiche sono simili: cartellini timbrati, ma un Comune che manca di personale. Siamo ancora a Foggia, questa volta i dipendenti beccati sono 20. Tredici sono stati arrestati e altri sette sono stati sospesi per truffa ai danni dello Stato. Ad aver portato a termine l’inchiestai carabinieri del comando provinciale di Foggia.
Nella vicenda è coinvolto anche il dirigente Antonio Stanchi, accusato di aver timbrato il cartellino al posto della moglie e in tal modo di aver partecipato alla truffa. A far insospettire i carabinieri e, quindi, a dare il via alle indagini è stato un rapporto preciso e dettagliato sul cattivo andazzo che da mesi aveva preso piede nella sede distaccata degli uffici. Tutti gli indagati prestavano servizio nello stesso settore e le assenze e i continui ritardi hanno anche provocato disagi ai cittadini. «Ci costituiremo parte civile», ha annunciato il sindaco Franco Landella.
Le telecamere riprendono tutto. Anche la paura dei dipendenti, intenti a guardarsi attorno mentre timbrano il cartellino. I numerosi filmati raccolti dai militari hanno accertato come, con una turnazione regolare, si coprivano a vicenda, timbrando ognuno il badge dei colleghi. Questo meccanismo serviva a coprire ritardi, commissioni personali in orari di lavoro, assenze: c’è torna in ufficio con la busta della spesa o con acquisti fatti in boutique, chi torna vestito in tuta dopo una corsa o una seduta in palestra e chi con una pagnotta di pane appena sfornata.
Il periodo in questione sarebbe quello tra febbraio e aprile del 2015. Lo stesso periodo in cui anche altri quattro dipendenti della Provincia di Foggia timbravano i cartellini e scappavano a casa. Anche in questo caso i militari hanno scoperto tutto e arrestato le persone coinvolte nella vicenda. Ma non era la prima volta: già nel 2010 un blitz analogo portò a tre arresti.
