Ancora un flop della Roma in Champions: di chi le colpe? Società, squadra o allenatore?

La Roma non riesce a carburare lontano dalla Serie A. La Champions non sembra proprio essere l’habitat naturale dei giallorossi. Come dimenticare le scoppole pesantissime con Manchester United e Bayern Monaco di vecchia data. Molti lo avranno già fatto o avranno cercato di farlo. Eppure non c’è bisogno di tornare così indietro: basta soffermarsi sulla debacle bielorussa per riscontrare tutti i limiti di questa Roma in campo europeo. Una squadra che sembra totalmente trasformarsi, ma in senso negativo. Lo ha testimoniato ulteriormente la gara di ieri sera. Una vittoria sciupata come polli. Delusione e rabbia si accumulano anche nella celebre telecronaca di Carlo Zampa. Certo, il tempo per recuperare c’è ancora. La gara casalinga con i tedeschi, in programma tra due settimane, assume tutte le sembianze di un vero e proprio spareggio fratricida. Serve un solo risultato, altrimenti addio Champions per il secondo anno consecutivo. Intanto, i processi sono già partiti. Di chi le colpe maggiori? La società non gode della stima incondizionata della tifoseria, anzi. Pallotta è ancora considerato l’americano e non il presidente della Roma. Garcia è sempre più nell’occhio della critica e molti ne farebbero a meno già a partire da adesso, in questo istante. Per quanto riguarda la squadra, ci sono momenti di amnesia e di sparizione totale dal campo. Sotto accusa soprattutto il reparto difensivo, apparso meno solido in questo inizio di stagione. Mentre i processi sono in atto, la Roma lavora in vista del prossimo e tostissimo match di campionato con la Fiorentina. Le prossime gare, tra i viola, l’Udinese, l’Inter, il Bayer ed il derby ci daranno ulteriori prove a sostegno di una tesi, positiva o negativa che sia. La Roma deve acquisire, soprattutto, una mentalità maggiormente europea. Quella che sembra avere, almeno a parole, il presidente, ma non chi lo circonda. Ai posteri l’ardua sentenza.