venerdì, Aprile 26, 2024
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Sindrome di wanderlust: la malattia di chi ama viaggiare

Wanderlust: per una volta non si tratta di un inglesismo, ma di una parola di origine tedesca, deriva da wander che significa “desiderio” e lust che significa “girovagare”. Insomma chi non riesce mai a stare fermo in un posto e sente l’irrefrenabile desiderio di esplorare il mondo, di vedere luoghi nuovi e di conoscere nuove culture, potrebbe avere la cosiddetta sindrome di wanderlust, anche conosciuta come la malattia del viaggiatore.

Gli affetti da wanderlust si riconoscono al volo e ci sono dei segnali inequivocabili per comprendere se si ha quella che più che una malattia pare una fissazione, o addirittura un’ossessione. Ecco quali sono alcuni dei sintomi per riconoscere chi non sa resistere a viaggiare, anche solo col pensiero: ossessione per i prezzi dei voli; viscerale necessità di viaggiare, di conoscere posti nuovi; la continua voglia di avventura; l’idea che il denaro abbia valore solo in base a dove ci può portare; l’attrazione nelle librerie per la sezione dedicata a guide, manuali e libri su Paesi esotici; la curiosità di sapere che ore saranno in un altro Paese; la passione per i programmi di viaggi in tv. Ovviamente, considerando questi sintomi, a nessuno viene in mente che il wanderlust sia una patologia, bensì la si considera una vera e propria passione, un hobby. Ma, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour, i malati di viaggi sono tali perché ce l’hanno scritto nel DNA. Infatti gli scienziati che hanno fatto questa ricerca, sono certi di aver individuato il cosiddetto <<gene del viaggio>>, ribattezzato appunto gene di wanderlust. Il gene del viaggio non sarebbe altro che il recettore della dopamina D4, che sarebbe il diretto responsabile della passione e dell’amore per tutto ciò che è esotico e sconosciuto. Pare che questo recettore non sia presente in tutti, ma fa parte del DNA di circa il 20% della popolazione mondiale.

Ma gli studi al riguardo sono andati ancora oltre, ed è stato anche dimostrato che di solito chi è affetto da questa sindrome vive in luoghi in cui storicamente i viaggi sono stati sempre incoraggiati, come ad esempio l’Africa, da cui già milioni di anni fa migrarono i primi uomini.

Inoltre il National Geographic ha finanziato uno studio che ha rilevato come i “wanderluster” siano persone maggiormente propense ad affrontare rischi e a provare cibi nuovi. Insomma è l’unica malattia che probabilmente tutti vorremmo avere.

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