sabato, Aprile 27, 2024
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È quasi NBA, analisi della Pacific Division

Come ogni domenica torna la nostra rubrica di analisi sull’NBA. Seconda tappa ad Ovest, nella Divison che vedrà la sfida alle primissime posizioni tra Golden State Warriors e Los Angeles Clippers, il ritorno di Kobe Bryant e le speranze di Playoffs dei suoi Los Angeles Lakers, l’entusiasmo dei Sacramento Kings per quella che potrebbe essere una stagione da ricordare, e i Phoenix Suns che troveranno enormi difficoltà nella sanguinosa Western Conference.

Golden State Warriors (67-15): La vittoria dell’anello e la grandissima stagione disputata fin dalla prima partita, mettono Steve Kerr e i suoi ragazzi in una difficile posizione. Può, infatti, sembrare arduo ripetere quanto visto lo scorso anno. Ma tutto diventa più semplice quando si ha in squadra l’MVP 2015: Stephen Curry (28.3 punti di media e il 44.3% dall’arco). La facilità con cui il nativo di Akron (sì, proprio la cittadina in Ohio da cui arriva anche LebronJames) dispensa magie in campo è impressionante; solo chi ha visto in azione “Pistol” Pete Maravich ricorda qualcosa di simile. Amici dentro e fuori dal campo, Steph e Klay Thompson (per quest’ultimo 21.7 punti di media e il 43.9% da tre), non a caso soprannominati gli Splash Brother, non temono la concorrenza per la lotta al titolo e sono pronti a confermarsi come miglior duo di guardie nella lega. Il roster dello scorso anno resta invariato, tranne per la partenza di David Lee, il quale ha deciso di vestire la maglia dei Celtics. Harrison Barnes, che ha dimostrato finalmente nella scorsa stagione quanto può essere decisivo in questa lega, è pronto a ritagliarsi un posto da All Star.

Out: Justin Holiday ad Atlanta; David Lee a Boston.

In: Jason Thompson dai Kings; Kevon Looney trentesima scelta nel draft 2015; Chris Babb dai Celtics.

Starters: Curry, Thompson, Barnes, Green, Bogut.

Andre Iguodala, scorso MVP delle Finals, dovrà confermare il suo potenziale come sesto uomo.

Los Angeles Clippers (56-26): 14 Maggio 2015, Los Angeles. Allo Staples Center è la fine del terzo quarto di gioco di gara 6, Clippers che guidano la serie per 3-2 e vicinissimi alla loro prima Finale di Conference della storia. Un quarto periodo da incubo per Chris Paul e compagni, un rimonta pazzesca per i Rockets. Houston porterà a casa, due giorni dopo, gara 7. Da qui deve ripartire Doc Rivers per poter rendere finalmente competitivi i suoi ragazzi. Eliminare le possibili ripercussioni psicologiche della scorsa serie di Playoffs e imparare dagli errori. Vi è tanto rammarico, perché, dopo aver disputato un’altra regular season ad alti livelli, al primo turno erano stati eliminanti i San Antonio Spurs. Nella offseason, inoltre, vi è stato il caso Mavs-De Andre Jordan, con il centro nativo di Houston che dopo aver trovato un accordo verbale con la franchigia di Dallas, ha poi deciso di voler restare in California. La squadra è costruita per l’anello; ciò che mancava l’anno scorso, l’apporto dalla panchina, è ora un punto di forza, grazie agli innesti importanti di Josh Smith (sotto canestro nella passata stagione Davis e Hawes non sono mai riusciti a dar fiato a Griffin e Jordan) e Lance Stephenson. Chi può davvero cambiare le carte in tavola è, però, Paul Pierce, che grazie alla sua esperienza e leadership nei momenti fondamentali, dovrà aiutare il suo allenatore a conquistare un nuovo anello, dopo il trionfo a Boston nel 2008. In America tutti credono che se non dovesse arrivare il titolo quest’anno, difficilmente nel breve futuro sarà possibile. Blake Griffin, che dimostra di essere migliorato ogni stagione in qualche aspetto del suo gioco, non è più il ragazzo che sa solo schiacciare, ma è un giocatore completo che ha fatto notare la sua importanza sopratutto quando nello scorso anno era indisponibile CP3. Che possa essere un candiato MVP? Why not.

Out: Glen Davis e Hedo Turkoglu a oggi ancora free agents; Dahntay Jones a Brooklyn; Matt Barnes a Memphis; Spencer Hawes a Charlotte.

In: Cole Adrich dai Knicks; Wesley Johnson dai Lakers; Luc Mbah a Moute dai 76ers; Pablo Prigioni e Josh Smith dai Rockets; Paul Pierce dai Wizards; Lance Stepehnson dagli Hornets.

Starters: Paul, Reddick, Pierce, Griffin, Jordan.

Phoenix Suns (39-43): In Arizona la stagione 2014/2015 non era iniziata al meglio, ma ad Aprile i Suns hanno lottato per l’ottavo posto nei Playoffs insieme a Thunder e Pelicans. Tanti cambiamenti in corso di stagione non hanno portato alla definizione dell’anima di questa squadra, e anche la offseason non ha saputo darci molte risposte a riguardo. Sicuramente non vi saranno più gli alley-oops con successive schiacciate dei fratelli Morris, la cosidetta giocata “Marcus to Markieff”, con Marcus che giocherà per i Pistons. Colpo importante in free agency con la firma di Tyson Chandler, campione con i Mavs nel 2011, che nella scorsa stagione a Dallas ha fatto registrare 10.3 punti e 11.5 rimbalzi di media con 31 doppie doppie totali. Mirza Teletović, alla sua quarta stagione NBA, potrebbe rivelarsi l’acquisto più silenzioso in preseason ma più importante quando si tireranno le somme.

Out: Earl Barron ad Atlanta; Reggie Bullock, Marcus Morris e Danny Granger a Detroit; Gerald Green a Miami; Marcus Thornthon a Houston; Brandan Wright a Memphis.

In: Sonny Weems dalla CSKA Mosca; Mirza Teletović dai Nets; Henry Sims dai 76ers; Ronnie Price dai Lakers; Jon Leuer dai Grizzlies; Tyson Chandler dai Mavericks; Devin Booker tredicesima scelta del draft 2015.

Starters: Bledsoe, Knight, Tucker, Morris, Chandler.

Sacramento Kings (29-53): Nella passata stagione, fino a Dicembre, i Kings avevano un record positivo vittorie/sconfitte e sembravano poter essere una contender per un posto ai Playoffs. L’esonero di Michael Malone, l’incarico ad interim per Tyrone Corbin, e poi l’arrivo a Gennaio di George Karl, hanno portato ad un’altra stagione terminata ad Aprile. L’entusiasmo è però tanto nella capitale della California, in quanto DeMarcus Cousins e Rudy Gay sono giocatori di assoluto livello: 24 punti, 12.7 rimbalzi di media e 47 doppie doppie in stagione per il centro proveniente dall’università di Kentucky, 21 punti di media per l’ala nativa di Baltimora. Cousins è un giocatore unico nella lega, un centro con una capacità di movimenti e una abilità nel palleggio straordinarie, tanto da non volere una etichetta legata a un ruolo, definendosi just a basketball player. Spesso, però, ha dimostrato di non avere i nervi saldi e di lasciarsi andare a reazioni esagerate. Bisognerebbe capire come trasformare questa sua rabbia in energia positiva; cosa difficilissima, ma che lo porterebbe ad essere senza dubbio un potenziale MVP. A Sacramento sono arrivati in estate Marco Belinelli e Rajon Rondo. Marco, dopo gli anni importanti a San Antonio nei quali è arrivata anche la vittoria dell’anello, spera di ritagliarsi un posto chiave nell’assetto tattico di Karl, e sembra sulla buona strada date le prestazioni che sta offrendo in preseason. Rondo, ha deluso lo scorso anno a Dallas, per i continui dissidi con allenatore e compagni; anche nelle prima amichevoli in maglia viola sembra esserci stato qualche problema con il suo nuovo allenatore. Rondo e Cousins nello stesso spogliatoio possono provocare una esplosione paragonabile a quella di una bomba; ma provate a chiudere gli occhi ed immaginarli insieme sul parquet. Gli occhi li apriremo tra dieci giorni.

Out: Jason Thompson a Oakland; Nik Stauskas e Carl Landry a Philadelphia; Reggie Evans ad oggi ancora free agent; Ryan Hollis a Memphis; Ray McCallum a San Antonio; Reggie Miller a Minnesota; Derrick Williams a New York.

In: Marco Belinelli dagli Spurs; Caron Butler dai Pistons; Rajon Rondo dai Mavericks; Kosta Koufos dai Grizzlies; Seth Curry dai Suns; Willie Cauley-Stein sesta scelta del draft 2015; Quincy Acy dai Knicks.

Starters: Rondo, McLemore, Gay, Cousins, Cauley-Stein.

Los Angeles Lakers (21-61): Ennesimo infortunio di Kobe Bryant, ennesima stagione deludente per i Lakers. Il 30 Novembre 2014, “The Black Mamba” diventa il giocatore più anziano della storia (36 anni) a registrare una tripla doppia con almeno 30 punti 10 rimbalzi e 10 assist; il 14 Dicembre, invece, diventa il terzo marcatore più prolifico della NBA (32.292 punti) superando Michael Jordan. Il 21 Gennaio 2015, termina la sua stagione per una tendinite alla cuffia dei rotatori, con una prognosi di almeno 9 mesi di stop. Ma Kobe non si smentisce mai, e sta già disputando la pre season in piena forma. I guai per i Lakers sono però iniziati molto prima. Steve Nash non ha iniziato la stagione e ha annunciato il suo ritiro ufficiale in primavera (farà parte nella prossima stagione del coaching staff dei Warriors), mentre il rookie Julius Randle ha terminato il suo primo anno in NBA per infortunio al primo gettone di presenza in maglia giallo-viola; anche lui ha già ripreso a pieno l’attività agonistica. Altra rivoluzione nel roster: partiti i deludenti Lin e Boozer, si è puntato, in cabina di regia, sul rookie D’Angelo Russell, mentre sotto canestro su Roy Hibbert e Brandon Bass. Fondamentali saranno le prestazioni di Lou Williams, sesto uomo dell’anno nella passata stagione, e di Jordan Clarkson, che ha sorpreso al suo primo anno da professionista. A Los Angeles, dopo aver giocato due mesi in Italia da Marzo a Maggio 2015, ritorna Ron Artest… no, scusate Metta World Peace… ma adesso non si chiamava Panda’s Friend? Va bene credo abbiate capito chi.

Out: Carlos Boozer ad oggi ancora free agent; Ed Davis a Portland; Wayne Ellington a Brooklyn; Jeremy Lin a Charlotte; Wesley Johnson ai Clippers; Jordan Hill a Indiana; Ronnie Price a Phoneix.

In: Metta World Peace dalla Pallacanestro Cantù; Lou Williams dai Raptors; D’Angelo Russell seconda scelta del draft 2015; Larry Nance Jr. ventisettesima scelta del draft 2015; Marcelo Huertas dal Barcellona; Roy Hibbert dai Pacers; Brandon Bass dai Celtics.

Starters: Russell, Clarkson, Bryant, Randle, Hibbert.

Brandon Bass sarà pronto a subentrare dalla panchina per portare muscoli ed esperienza sul parquet.

N.B: le destinazione e le provenienze sono indicate al netto della free agency.

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