venerdì, Aprile 26, 2024
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A Firenze l’antifascismo scende in piazza

Ieri mattina più di 45mila persone hanno manifestato in piazza a Firenze in difesa della Costituzione e della scuola. L’evento, organizzato dai sindacati, ha visto la partecipazione di una massiccia fetta di giovani; si tratta anche di una reazione all’aggressione avvenuta sabato 18 febbraio davanti al liceo “Michelangelo” da parte di sei ragazzi di Azione studentesca, esterni alla scuola, ai danni di due studenti del Collettivo.

Durante il corteo tante sono state le voci che hanno chiesto le dimissioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, evidenziando l’importanza di avere una scuola pubblica ed egualitaria e non meritocratica. Alla manifestazione era presente anche Annalisa Savino, preside del liceo “Leonardo Da Vinci”, che pochi giorni dopo il pestaggio aveva scritto una lettera a Valditara, accendendo l’attenzione su certi ‘rigurgiti fascisti’, il quale aveva poi replicato ‘tranquillizzandola’ e scongiurando il pericolo.

Un altro esponente del Governo molto criticato dai manifestanti è stato il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi. A lui attribuiscono piene responsabilità sul naufragio dell’imbarcazione di migranti, avvenuto in prossimità delle coste calabresi, che ha provocato 67 morti.

All’appuntamento è mancato Carlo Calenda, leader di Azione, il quale ha spiegato con un tweet: «Abbiamo condannato il mutismo del governo sui fatti di Firenze, sostenuto la preside e condannato le parole di Valditara. Ma sabato non saremo in piazza. Sappiamo chi ha torto e chi ragione, ma non vogliamo rischiare di acuire la tensione con slogan che amplifichino la violenza».

Tra gli altri presenti c’erano il sindaco di Firenze Dario Nardella, il Presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo, il Segretario della Cgil Maurizio Landini, la neo-Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il Presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. I due leader di partito, che si sono salutati abbracciandosi, con questa presenza comune hanno così suggellato una sorta di accordo, nel tentativo di far rinascere un’opposizione, fuori e dentro il Parlamento.

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