Gara uno delle NBA Finals se n’è andata via lasciandoci tutti un po’ impressionati per vari fattori. Golden State Warriors si è aggiudicata la prima partita della serie pur con l’accoppiata Curry-Thompson che ha registrato il minimo di punti combinato stagionale e con LeBron James a un assist dalla sua tipica tripla doppia nelle Finals. Formidabile la panchina dei Californiani che ha letteralmente sopraffatto quella dei Cavs. Con questi presupposti non sarà facile vedere una serie equilibrata.
BENCH POWER – La squadra di Steve Kerr è probabilmente l’unica della lega che può permettersi di far accomodare in panchina l’MVP delle finali della scorsa stagione Andre Iguodala che puntualmente entra in campo e fa la differenza insieme ai suoi compagni di panchina Shaun Livingston e Leandro Barbosa, tutti superlativi in gara uno. L’anno scorso l’apporto di Iguodala fu decisivo per indirizzare la serie; quest’anno ha già deciso gara uno: recuperi e stoppate unite a difese sensazionali e a punti e assist pesantissimi. Livingston (8-10 FG) e Barbosa (5-5 FG) invece sono stati quasi infallibili e hanno letteralmente sgretolato la difesa avversaria con i loro tiri e penetrazioni. Insomma Curry e Thompson si sono permessi una gara di pausa. A un certo punto si era capito che per Klay Thompson (4-12 FG di cui 1-5 3 FG) non era proprio serata fin quando non ha centrato l’unica e ultima tripla della serata condannando poi la partita al garbage time. Dall’altra parte panchina a dir poco disastrosa con JR smith autore di 3 punti in 36 minuti; Dellavedova praticamente non pervenuto se non per un fallo al limite del flagrant su Iguodala.
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI LEBRON – Le telecamere della ESPN più volte hanno indugiato sul volto di King James quando ormai la partita era indirizzata verso la baia. L’ex Miami Heat ha fatto una sua partita tipo. Tanti punti in the paint grazie alla sua prepotenza fisica, giusto qualche tiro dalla lunga distanza e una gran quantità di rimbalzi e assist. Tuttavia in diverse occasioni le asfissianti marcature di Iguodala e Green l’hanno fatto faticare parecchio, ben più semplice invece quando si ritrova accoppiato con Barnes che gli riserva un trattamento più amichevole. La domanda che ora gira su tutti i social è: “Cosa deve fare LeBron per ribaltare la serie?“. In realtà bisognerebbe capire che, ammesso che James possa alzare ancora un po’ l’asticella del suo livello, c’è bisogno che i Cavaliers entrino nella serie. L’anno scorso c’era la scusante delle assenze di Love e Irving (che comunque hanno provato a fare la loro partita in gara uno) mentre quest’anno la sconfitta significherebbe inferiorità conclamata oltre che un pesantissimo 2-5 nelle Finals del numero 23.