Discutendo della diffusione dei contagi in Campania, è interessante l’approccio dell’infettivologo Alessandro Perrella. Quest’ultimo, membro dello staff medico dell’Ospedale Cardarelli, allude ad un termine specifico. Sindemia, più precisamente, e non pandemia, per poi spiegarne il significato.
SINDEMIA NON PANDEMIA – Perella ne parla durante un’intervista da parte del quotidiano “Il Mattino”. La parola da lui usato si riferisce ad una: «[…] serie di condizioni morbose, socio economiche e culturali concomitanti […]». Come ad esempio altre malattie non infettive, livello di istruzione, densità demografica, indice di povertà, cambiamenti climatici e persino deforestazione e riscaldamento globale.
Una serie di situazioni problematiche che, secondo l’esperto: «[…] andrebbero tenute nella massima considerazione ai fini di una corretta lettura ed interpretazione dei dati dell’epidemia da coronavirus».
LA SITUAZIONE IN CAMPANIA – Che si parli di pandemia o sindemia, attualmente in Campania i dati sono perlopiù incoraggianti. Assistiamo infatti ad una lenta stagnazione dei contagi, con un indice Rt intorno a 1,3, ma in diminuzione. Per ogni 100 mila abitanti infatti i positivi sono a quota 233-232.
Sebbene ancora in zona rossa, esiste quindi una concreta possibilità che la regione in questione possa diventare arancione. A condizione ovviamente che l’andamento della curva epidemiologica continui a scendere.