venerdì, Aprile 26, 2024
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Spumante Trentodoc: le fasi di produzione del metodo classico trentino

Il Trentino è una regione che vanta da secoli una grande vocazione per la produzione di vino: qui troviamo rossi corposi e strutturati come il Teroldego Rotaliano ed il Marzemino ma anche bianchi aromatici dal profumo inconfondibile come il Gewürztraminer, il Riesling, il Nosiola. Il Trentino però è famoso soprattutto per la produzione di spumanti d’eccellenza: gli ormai noti Trentodoc che vantano caratteristiche uniche e che sono oggi apprezzati in tutto il mondo. Per ottenere questo marchio però, le bollicine di montagna devono rispettare un rigido disciplinare che prevede, tra l’altro, delle fasi di produzione ben precise. Scopriamo allora insieme come si ottiene il Trentodoc: uno spumante dal carattere inconfondibile che continua a collezionare successi.

Trentodoc: le 4 fasi di produzione del metodo classico

Per ottenere lo spumante Trento doc metodo classico è necessario seguire 4 fasi di produzione ben distinte: base spumante, presa di spuma, remuage e sboccatura.

#1 Base spumante

La primissima fase della produzione del Trentodoc ha inizio con la vendemmia delle uve, che possono essere Chardonnay, Pinot nero, Pinot Bianco o Meunier. Si ottiene quindi il vino base, che viene imbottigliato per poi procedere al tiraggio ossia all’aggiunta di lieviti e zuccheri. Fatto ciò, la base spumante viene fatta riposare.

#2 Presa di spuma

La seconda fase è detta presa di spuma e corrisponde alla seconda fermentazione in bottiglia della base spumante. Questa avviene grazie al tiraggio effettuato in precedenza: i lieviti e gli zuccheri avviano la produzione di anidride carbonica ed alcol etilico aumentando la pressione interna della bottiglia. Secondo il disciplinare del metodo classico, questa fase deve durare minimo 15 mesi per un brut, 24 mesi per un millesimato e 36 mesi per uno spumante riserva. Naturalmente, se si prolungano i tempi si ottiene un prodotto di qualità superiore.

#3 Remuage

La terza fase di produzione del Trentodoc ha lo scopo di accumulare i sedimenti nel collo della bottiglia, in modo da poterli poi eliminare con la sboccatura. Il remuage prevede che le bottiglie vengano capovolte di mezzo giro e poste su appositi cavalletti che le mantengono in posizione leggermente inclinata, con il collo rivolto verso il basso. Questa è una fase fondamentale per ottenere uno spumante limpido e privo di sedimenti.

#4 Sboccatura

L’ultima fase del metodo classico Trentodoc è quella della sboccatura, mediante la quale vengono eliminati i sedimenti accumulatisi nel tappo grazie al remuage. Questi possono essere sostituiti con la liqueur, uno sciroppo che viene ottenuto miscelando zucchero, vino ed altri componenti segreti. Va però detto che quest’ultimo passaggio non è obbligatorio: molte cantine producono spumanti dosaggio zero, chiamati così proprio perché privi di liqueur. Un esempio è il Piancastello Zero di Endrizzi: uno spumante Trentodoc prodotto secondo il metodo classico che conserva intatte le proprie caratteristiche naturali e che proprio per questo è molto apprezzato dagli intenditori delle bollicine di montagna.

Queste sono le fasi che qualsiasi produttore di Trentodoc deve rispettare e che consentono di ottenere uno spumante eccezionale, perfetto per gli aperitivi ma anche per accompagnare portate più impegnative.

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