venerdì, Aprile 26, 2024
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Vademecum psicologico contro il panico da Coronavirus

Il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli psicologi ha diffuso una breve guida per contrastare il panico da Coronavirus

Sono mesi che sentiamo parlare della diffusione del Coronavirus, eppure solo da pochi giorni si è cominciato a percepirlo come un pericolo reale e concreto contro cui difendersi. Di fronte alle sempre più pressanti limitazioni alle nostre libertà personali, molti sono stati gli episodi di panico individuale e collettivo a cui, nostro malgrado, abbiamo assistito direttamente o indirettamente attraverso i racconti di parenti, amici, conoscenti. Ecco perché il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi ha elaborato un vademecum psicologico da attuare nel caso in cui ci rendessimo conto che noi – o chi ci è più vicino – stiamo entrando in uno stato di ansia eccessivo, tale da poter ingenerare anche fenomeni di panico collettivo. Una sorta di guida, composta da dieci semplice regole, per proteggerci da comportamenti inadeguati e pensieri negativi. Vediamo nel dettaglio quali sono.

Prime cinque regole – 1) Attenersi ai fatti. Occorre, cioè, scegliere con cura le fonti dalle quali reperire informazioni ed aggiornamenti, evitare il “sentito dire” o soffermarsi solo su titoli eccessivamente sensazionalistici. 2) Non confondere una causa unica con un danno collaterale. Molti decessi, infatti, non sono causati solo dall’azione del Coronavirus; ciò che deve essere controllata è la sua continua diffusione (da qui il rispetto delle regole dettate dal Governo attraverso i vari decreti). 3) Non lasciarsi spaventare dai comportamenti irrazionali in caso di scene di panico collettivo. 4) Tenere sempre alta la nostra capacità di giudizio, soprattutto nel corso di detti attacchi. 5) Non ignorare azioni protettive semplici, qualora si volesse intervenire per placare gli attacchi di panico.

Ultime cinque regole – 6) Troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto, rischiando, così, di inibire anche la nostra risposta spazio-temporale ai fenomeni che ci circondano. 7) Tenere sempre a mente l’equilibrio tra paura e rischio oggettivo, anche quando è difficile controbattere alle emozioni con i ragionamenti. . 8) Saper distinguere tra paure soggettive e pericoli oggettivi. L’indignazione pubblica può suscitare ansie sproporzionate rispetto al pericolo reale, quindi, non lasciarsi travolgere da essa ma osservarla con distacco. 9) Non ricercare l’invulnerabilità per noi e i nostri cari. Ciò ci rende, di fatto, più paurosi ed incapaci di affrontare il futuro perché troppo chiusi in noi stessi. 10) Evitare la ricerca compulsiva di informazione. La paura, invero, si riduce se si conoscono solo i pericoli oggettivi e si sa esattamente cosa succede e cosa fare.

Agire individualmente per un fenomeno collettivo – Bisogna, attraverso il buon senso, ostacolare quella che è definita “infodemia”, cioè il contagio e le diffusione di notizie. Va fermato od ignorato ogni stato di allarme permanente, che aumenta la percezione dei rischi e la ricerca compulsiva di informazioni rassicuranti. “Agire tutti in modo informato e responsabile ed aiutarsi reciprocamente a farlo, aumenta la capacità di protezione della collettività e di ciascuno di noi”, questo è quanto, in ultima analisi, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi consiglia a chiusura del proprio vademecum.

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