Con il continuo aumento dei contagi in Italia, la questione del vaccino contro il COVID-19 diventa sempre più urgente. Un’alternativa al vaccino tuttavia esiste. O almeno potrebbe funzionare secondo Giovanni de Simone, ricercatore e scienziato alla Federico II di Napoli. Questa soluzione ipotetica sarebbe la comune mascherina. Ecco cosa dichiara in un’intervista per il quotidiano “La Repubblica”.
RIDUZIONE GRAVITÀ DELL’INFEZIONE – «le mascherine, filtrando le goccioline di coronavirus trasportate dall’aria riducono la quantità che una persona potrebbe inalare, diminuendo anche la probabilità che l’infezione produca sintomi. Un po’ come avviene con i vaccini a virus attenuati con i quali l’infezione si prende, ma non in forma tale da produrre la malattia».
Continua aggiungendo che: «Recenti dati epidemiologici […] suggeriscono che il mascheramento di naso e bocca non è solo funzionale a proteggere gli altri, ma possa anche ridurre la gravità della malattia tra le persone che vengono infettate, proprio a causa della ridotta quantità di virus inalata […] Se questa teoria fosse confermata, il mascheramento esteso a tutta la popolazione, con qualsiasi tipo di maschera, potrebbe contribuire ad aumentare la percentuale di infezioni che rimangono asintomatiche». Ovvero circa il 40% dei contagiati, secondo il “Center for Diseases Control” americano.
UN’ALTERNATIVA AL VACCINO VALIDA? – De Simone considera tuttavia tali affermazioni: «Indicazioni solide le definirei, ma solo osservazionali». Infatti, conclude l’intervista ammettendo che per verificare queste teorie servono: «[…] ulteriori studi controllati per confrontare il tasso di infezione asintomatica in aree con e in aree senza mascheramento universale. Nel frattempo, la comunicazione circa l’utilità delle maschere facciali dovrebbe essere decisamente migliorata, e l’uso molto più diffuso. Specialmente alla luce di questi nuovi dati».