sabato, Aprile 27, 2024
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Analisi della serie A: 4 in vetta, chi la spunterà?


Era da tanti, troppi anni che il campionato italiano non registrava una così alta variabilità in testa alla classifica: Inter, Fiorentina, Roma e Napoli si sono lanciate in un’animosa battaglia che ci terrà con il fiato incollato ai teleschermi per tutta la stagione, senza contare l’aggiunta di possibili outsider(Milan, Lazio, Juventus e perché no anche il sorprendente Sassuolo di Di Francesco). Le quattro squadre di testa, le quattro “sorelle”, posseggono tutti i requisiti per centrare il bersaglio grosso. Ognuna eccelle per qualche motivo, ognuna ha una qualità superiore ma anche difetti più o meno importanti, difetti che saranno i veri determinanti per la vittoria dello scudetto. Partiamo dai nerazzurri: l’Inter può godere di una difesa da record: la squadra di Mancini non prende quasi mai gol, e i numeri lo dimostrano: 7 gol subiti in 12 giornate di campionato, 4 dei quali in una sola partita (sconfitta contro la Fiorentina). Ma se da un lato c’è una difesa che tra i miracoli di Handanovic e l’abilità difensiva del duo Miranda-Murillo non lascia passare nessuno, dall’altro c’è un attacco che piange: le vittoria dell’Inter sono state tutte di misura, di cui ben 7 per 1-0. I detrattori dell’Inter incolpano di tale sterilità il gioco nerazzurro, o meglio la sua mancanza, notando come siano state addirittura fortuna e caso ad aiutare la squadra in più occasioni.

Problemi di gioco di certo non mancano alla Fiorentina, che sta incantano un’intera nazione. A Paulo Sousa è stato consegnato un centrocampo tutto qualità che non ha avuto difficoltà a palgiare secondo la sua filosofia calcistica, e i risultati sono evidenti. In campionato la viola vola, vincendo con prestazioni esaltanti e nel nome dell’acquisto del calciomercato estivo forse più azzeccato di tutti, il bomber Nikola Kalinic, un vero rapace sotto porta. Il punto debole della squadra? Il punto debole della squadra potrebbe essere la mancanza di riserve all’altezza degli 11 titolari, difetto non da poco se si considerano i numerosi impegni che la squadra dovrà fronteggiare in questa stagione.

Passiamo ora alla Roma. La squadra di Garcia ha una potenza offensiva spaventosa, segna a raffica e apparentemente senza nessuna difficoltà. I giallorossi, con 27 gol all’attivo sono la squadra più prolifica della serie A, senza la necessità di interpretare un gioco particolarmente tecnico e articolato, ma piuttosto molto efficace. Qual’è la vera forza della Roma? La grande versatilità: la squadra, infatti, non poggia sulle giocate e le abilità di pochi giocatori, ma ha dimostrato che tutti sono utili e nessuno è fondamentale. La Roma ha vinto e segnato vagonate di gol anche senza Dzeko, Pijanic, Salah, Florenzi o Gervinho, tanto per citarne qualcuno, non ha un “top-scorer”, ma tanti giocatori che hanno marcato il tabellino. Quale il suo punto debole? Le numerosissime amnesie e cali di concentrazione, soprattutto a difesa, frutto probabilmente di una mentalità difensiva che non appartiene a Garcia e di un calciomercato forse incompleto. Sono sotto gli occhi di tutti le partite assurde del turno di Champions contro Bate Borisov e Bayer Leverkusen, e i match in campionato terminati con 0 gol subiti sono più unici che rari. Ora la parola passa a Garcia: se il tecnico francese sarà capace di impostare una fase difensiva solida ed affidabile, magari usufruendo della pausa nazionali,  i giallorossi, ne siamo certi, piano togliersi grandi soddisfazioni e rappresentare una delle candidate più papabili per il titolo.

Ultimo, ma solo perché abbiamo voluto rispettare l’attuale ordine di classifica, ecco il Napoli. Della squadra di Sarri forse se ne parla fin troppo poco, forse perché non si riesce ancora a realizzare a pieno il valore degli azzurri.  Sembra che il tecnico nato nel capoluogo partenopeo ma cresciuto in Toscana stia compiendo un vero e proprio miracolo, soprattutto se si prende a paragone il Napoli di Benitez: se nella passata stagione la squadra era trascinata alla vittoria dai campioni che annoverava (e tuttora annovera) in attacco, subendo fin troppo dietro, ora gli azzurri hanno uno stupendo gioco corale, tutti partecipano all’azione e tutti danno una mano anche in difesa. Il Napoli, stando ai numeri, ora come ora annovera un po’ tutte le grandi qualità delle tre squadre sopra citate: unisce infatti a una solidissima fase difensiva un attacco che nel nome di Higuain segna a valanga, condendo il tutto con un gioco sopraffino e un agonismo unico. Sembra il prototipo di squadra perfetta, vince con le piccole e domina con le grandi e, cosa più importante, non perde mai. Avrà almeno un punto debole? Se proprio vogliamo trovare un piccolissimo, quasi invisibile, pelo nell’uovo, questo potrebbe essere paradossalmente proprio Higuain, o meglio, il ruolo così fondamentale che il “pipita” interpreta nell’economia del gioco azzurro. L’argentino catalizza le azioni offensive del Napoli e sblocca match di difficile interpretazione grazie alla sua grandissima abilità.  Ma se, per disgrazia, dovesse farsi male? Gabbiadini potrebbe essere all’altezza del ruolo (magari contro squadre più quotate del modesto Midtyjlland)? Si spera che gli azzurri non dovranno mai arrivare a porsi certe domande. 

Conclusioni: un campionato così equilibrato rende difficile portare un ragionamento logico ben ponderato. Sarà la solidità difensiva dell’Inter destinata ad esaurirsi? Sarà la vena realizzativa della Roma destinata ad arrestarsi? Sarà la frizzantezza della Fiorentina destinata ad acquietarsi? O forse la continuità del Napoli sarà destinata ad eclissarsi? Alla fine chi la spunterá. Come si suol dire in questi casi, ai posteri l’ardua sentenza.


 

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