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Covid-19, parla il Professor Remuzzi: “I nuovi positivi non sono contagiosi, la carica virale è molto bassa”

L'intervista rilasciata dal direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera a firma di Marco Imarisio, il Professor Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha parlato dei nuovi casi di positività riscontrati nell’ultimo periodo e dello studio effettuato sui tamponi. Ecco un estratto delle dichiarazioni:

Richiudere la Lombardia? “Ma per carità. Piuttosto, l’Istituto superiore della Sanità e il governo devono rendersi conto di quanto e come è cambiata la situazione da quel 20 febbraio ormai lontano. E devono comunicare di conseguenza. Altrimenti, si contribuisce, magari in modo involontario, a diffondere paura ingiustificata. Bisogna spiegare cosa sta succedendo alla gente, che giustamente si spaventa quando sente quei dati. Qui all’Istituto Mario Negri stiamo per pubblicare uno studio, che contiene alcune informazioni utili per capire, almeno così mi auguro”.

La vostra ricerca? “Abbiamo condotto uno studio su 133 ricercatori del Mario Negri e 298 dipendenti della Brembo. In tutto, quaranta casi di tamponi positivi. Ma la positività di questi tamponi emergeva solo con cicli di amplificazione molto alti, tra 34 e 38 cicli, che corrispondono a 35.000-38.000 copie di Rna virale. Che significa? Che sono casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone. Commentare quei dati che vengono forniti ogni giorno è inutile, perché si tratta di positività che non hanno ricadute nella vita reale”.

Quando un positivo è contagioso? “Sotto le centomila copie di Rna non c’è sostanziale rischio di contagio, secondo un lavoro appena pubblicato da Nature e confermato da diversi altri studi. Quindi, nessuno dei “nostri” 40 positivi risulterebbe contagioso. Questo significa che il numero dei nuovi casi può riguardare persone che hanno nel tampone così poco Rna da non riuscire neppure a infettare le cellule. A contatto con l’Rna dei veri positivi, quelli di marzo e inizio aprile, le cellule invece morivano in poche ore”.

Sta facendo l’avvocato della Lombardia? “Non ho alcuna ragione per esserlo. Sia per la mia sensibilità politica che per la mia storia professionale, entrambe ben lontane dai principi alla base della sanità lombarda. Credo di essere conosciuto anche per aver avversato come nessun altro quel modello, basato com’era su libera scelta e mercato. Ma sono anche un medico, ho il dovere di dire le cose come stanno”.

 

Nicola Borretti
Nicola Borretti
Classe 1995. Giornalista pubblicista. Laureato in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione. Collaboro con Dailynews24.it, mi occupo di cronaca, attualità e sport
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