venerdì, Aprile 26, 2024
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Iran, il punto sulla situazione attuale

Sono trascorse tre settimane dal nostro ultimo aggiornamento sulla situazione iraniana: le proteste, le ingiustizie, le incarcerazioni e le condanne a morte sono aumentate, non si vede la luce, l’ipotesi della pace appare sempre più remota e l’idea di una democrazia, di una società libera ed egalitaria, si sperde nel mondo dei sogni.

Cercando di seguire una macabra linea temporale della morte, leggendo i dati attuali sono circa 600 le vittime della repressione, tra cui decine e decine di bambini e di donne, molte delle quali, costrette a restare in carcere fino alla maggiore età, vengono anche violentate. Ali Khamenei, guida suprema del Paese, continua a chiedere ai suoi adepti di arrestare e seviziare i giovani che scendono in piazza, compresi i loro familiari.

Nel braccio della morte si trovano artisti, sportivi, studenti, giornalisti, professionisti. Tra gli ultimi morti ci sono l’ex studente di farmacia a Bologna Mehdi Zare Ashkzari (è stato arrestato di recente anche suo fratello) e il giovane campione di karate Mohammad Mehdi Karami. Pochi minuti fa è arrivata la notizia del suicidio del giornalista 36enne Mohsen Jafarirad, dopo essere stato liberato dalla prigione.

Chi interviene, chi denuncia, chi racconta, viene messo ‘al rogo’, com’è successo allo scrittore francese Michel Houllebecq; eretico, mainstream, unico nel suo genere, è da almeno vent’anni nel mirino degli islamisti, da quando considerato l’Islam «la religion la plus con» (la più stupida); dopo i fatti terroristici e dopo l’uscita del suo bestseller Soumission, e dopo il recente colloquio avuto con il filosofo francese Michel Onfray sulla sua rivista “Front Populaire”, è stato nuovamente attaccato dal mondo mussulmano, denunciato anche dagli islamici francesi: la Grande Moschea di Parigi ha infatti annunciato di aver sporto denuncia contro di lui. C’è poi chi ironizza e sdrammatizza la situazione, come da sempre fa il settimanale satirico Charlie Hebdo, tornato alle cronache (e ad essere minacciato da più fronti) dopo le ultime vignette, pubblicate in occasione dell’anniversario della strage del 2015, che ritraggono l’ayatollah Khamenei in varie pose provocatorie.

Sappiamo di Masoumeh, quattordicenne arrestata e uccisa perché si era tolta il velo a scuola; sappiamo della piccola Saha, uccisa a 12 anni, il giorno di Natale, durante una sparatoria contro la sua famiglia mentre erano in macchina; sappiamo di Kian Pirfalak, morto durante uno scontro a soli 9 anni. La situazione è esplosa da mesi, è fuori controllo. Non bastano gli appelli da tutto il mondo, l’indignazione di Hollywood, le sanzioni dei vari Stati. Sappiamo tanto, troppo da non intervenire in modo netto e deciso.

Forse l’immagine più bella, che infonde speranza, in questo scenario disastroso e sconfortante, è quella che ritrae la giovane e coraggiosissima campionessa di scacchi iraniana Sara Khadim al-Sharia la quale, durante il Campionato mondiale 2022 in Kazakistan, ha giocato senza indossare l’hijab.

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