Una lotta lunga quella dei parlamentari del M5s che da mesi si battono per una proposta di legge che vedrebbe dimezzati gli stipendi dei parlamentari, e dunque anche i costi della politica. E’ di poco fa la notizia di un ennesimo rinvio in Commissione deciso in Camera con ben 109 voti di scarto di cui si fa portavoce Lorenzo Dellai, esponente di Democrazia solidale. Subito dopo la decisione dell’Aula in piazza Montecitorio è esplosa la protesta dei politici e degli attivisti pentastellati armati di striscioni recitanti la scritta : “Tagliatevi lo stipendio, la vera riforma è questa“.
“Quella di oggi è la dimostrazione plastica di quello che sono questi politici: sono indignato! Spero che a dicembre metteremo fine a questo disgusto, […] siamo Davide contro Golia, ma non molleremo!” , afferma Alessandro Di Battista, che, preso il megafono continua con rabbia: “Questa è democrazia? Gli stessi che oggi non hanno avuto il coraggio di votare sono gli stessi che in tv lamentano ritardi. Ipocriti!”, e infine aggiunge: “C’è una rabbia enorme dentro di noi. E stiamo incanalando una rabbia sana, che esplode in canali democratici”.
Alle voci degli attivisti che urlavano all’onestà si è unita quella di Beppe Grillo, storico fondatore del Movimento, che in un tweet ha scritto: “Il Pd ha votato per affossare la nostra proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari! #renzinonnasconderti“.
Contro il rinvio della proposta si sono poi schierati anche FdI, Forza Italia e Sinistra Italiana, “Avremmo preferito una discussione più approfondita in commissione”, ha affermato Roberto Occhiuto, esponente di Forza Italia.