Naomi Harris, attrice britannica candidata all’Oscar nel 2017 per il film “Moonlight”, è sulla copertina dell’ultima edizione di PorterEdit.
L’attrice ha svelato dei dettagli sulla propria esperienza nel mondo dello spettacolo e sull’importanza di scegliere ruoli diversi tra una pellicola e l’altra.
Ecco le dichiarazioni di Naomi Harris alla rivista:
- Su come il suo team l’abbia protetta da possibili molestie a Hollywood: “Durante lo scandalo Weinstein la mia manager mi ha ricordato un episodio simile a quelli descritti dalle donne che hanno accusato Weinstein. C’è stata una persona che dopo uno screening mi chiese di andare nella sua camera per bere qualcosa. La mia fantastica manager intervenne subito e disse: “Questo non succederà”. L’episodio avvenne circa 4 o 5 anni fa. Dopo aver sentito tutte quelle storie ho subito pensato che quelle giovani ragazze non fossero state protette abbastanza. All’inizio, quando sei ancora molto giovane e inesperta, vi sono situazioni davvero intimidatorie. Specialmente quando queste persone potenti con una sola telefonata potrebbero cambiare la tua vita e carriera.
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Sull’appropriazione culturale: “Penso che l’adottare i costumi di altre culture che risaltano la propria bellezza sia un complimento. Non lo vedo affatto come qualcosa di negativo”.
- Sulla decisione di accettare un ruolo in “Rampage”: “La ragione principale è stata questa: dopo “Moonlight” ottenni molte offerte ma erano tutti personaggi molto simili a quello che avevo appena interpretato nel film. Erano tutti simili a Paula [il personaggio di “Moonlight”. Quindi,”Vuoi interpretare la madre in difficoltà?”o “Vuoi interpretare la cocainomane?”. Quando lessi il copione di “Rampage” ne rimasi entusiasta perché non assomigliava affatto a Paula, era l’opposto”.