La Cassazione, ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione nei confronti di Paolo Pietropaolo.
L’uomo è accusato di tentato omicidio e stalking. Il primo febbraio 2016, diede fuoco alla sua ex Carla Ylenia Caiazzo, incinta della loro bambina.
La causa che scatenò la furia omicida del Pietropaolo, è da ricercare nella sua gelosia. La donna sebbene aspettasse un bambina da lui, aveva un nuovo compagno.
Il giorno dell’incidente il Pietropaolo, dopo aver aggredito l’ex compagna, fuggì in automobile. Carla riuscì a salvarsi. Fu soccorsa da un vigilante, che la trasportò al Cardarelli, dove fu sottoposta ad un parto cesareo urgente in modo da non compromettere la vita della bimba che portava in grembo. Poco dopo l’uomo fu arrestato dai carabinieri.
La situazione fu sin da subito chiara al Gup, che il 28 novembre 2018 condannò Paolo Pietropaolo a 18 anni di reclusione con rito abbreviato. Sentenza confermata poi dalla Corte d’appello di Napoli.
Carla, in questi anni per poter far fronte alle gravi ustioni ha dovuto subire numerosi interventi, ma ha potuto assistere di persona alla sentenza definitiva, che ha condannato l’uomo che le stava per togliere la vita.
Il legale della donna, Maurizio Zuccaro, dopo la sentenza, ha dichiarato: “La Cassazione ha fatto giustizia non solo per Carla, ma per tutte le donne che quotidianamente sono vittime della violenza bieca di pusillamini.”
Per Fortuna oggi Carla sta bene, ed ha aperto anche una pagina facebook, “Carla Caiazzo Io rido ancora“, dove invia messaggi contro la violenza sulle donne.
La battaglia verso il femminicidio è una guerra non ancora vinta, e le sentenze verso chi ancora usa violenza hanno ancora molta strada da fare.
Il nostro augurio è che il femminicidio possa divenire un fenomeno passato, da ricordare, ma non da vivere al presente.