La Cina, paese estremamente forte a livello economico e anche a livello culturale ha esternato, per la prima volta, la sua resistenza alle unioni civili.
Quasi contempraneamente alla propria crescita monetaria, questo paese sembrava aver offerto notevoli diritti e libertà alla comunità Lgbt ma qualcosa non è stato recepito correttamente. Fino al 1997 essere omosessuale, in Cina, era considerato reato e non era molto facile perchè si veniva poi, etichettati come malati mentali. Per fortuna, dal 2001 è stata tagliata fuori dall’elenco delle varie sindromi e malattie. Attualmente, invece, il governo non si eprime nè in un modo nè in un altro, e forse anche per questo ha suscitato dubbi che hanno portato il tribunale di Changsha (Cina Orientale) a non considerare la richiesta di trascrizione di un matrimonio, effettuata da parte di una coppia locale. L’avvocato Shi Funong, subito dopo il rifiuto dell’apparato amministrativo, ha dichiarato: ” Anche se non abbiamo vinto oggi, vinceremo in futuro. Tant’è che non si arrenderanno e hanno già deciso di chiedere il ricorso all’appello.”
È la primissima volta che accade un evento del genere ma avvertimenti di insofferenza, in maniera più o meno velata, sono arrivati anche una settimana fa. Infatti, un transgender cinese di ventotto anni ha intrapreso una causa nei confronti dell’azienda per la quale lavorava. Il motivo? Semplicemente perchè è stato licenziato da essa, per non indossare abiti appropriati mentre svolgeva la personale mansione lavorativa. Il ragazzo, a maggior ragione, ha preferito accettare il consiglio dell’avvocato e quindi chiedere all’azienda in questione, un risarcimento danni che però, si è rivelato minimo e cioè 270 euro. La cosa a cui teneva maggiormente, però, era la lettera di scuse ufficiali.
Non conosciamo l’esito di questa storia ma il coraggio avuto da quest’uomo è stato davvero tanto ed importante, in un paese come la Cina che è ancora più tradizionale di noi. Speriamo che altri come lui si facciano sentire, attraverso manifestazioni pacifiche, per quanto riguarda la lotta per la parità dei diritti civili.