venerdì, Aprile 26, 2024
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Cos’è la conciliazione in materia di lavoro

Purtroppo, ad oggi nell’ambito lavorativo, si sente sempre più spesso parlare di contenziosi tra il lavoratore e il datore di lavoro dovuti a licenziamenti a volte immotivati.

In questo caso, il lavoratore avrà bisogno di essere supportato nell’iter da un avvocato del lavoro a Roma, in grado di aiutare a risolvere questa controversia favorendo il dialogo tra le parti al fine di raggiungere ad una soluzione valida per tutti: parliamo cioè della conciliazione.

In molti però, ancora non hanno ben chiaro di cosa si tratti e soprattutto quali siano le sue finalità; ecco perché abbiamo deciso, tramite questo post, di fare un po’ di chiarezza in merito.

Come avviene?

Innanzitutto, va sottolineato che la conciliazione nel diritto del lavoro è regolata da due articoli facenti parte del Codice di procedura civile, nello specifico gli articoli 410 e 411, in base ai quali possiamo definirla come una procedura di risoluzione tra due parti (lavoratore e datore di lavoro) che sono riusciti a trovare un comune accordo senza necessariamente ricorrere dinanzi alle autorità giudiziarie.

Prima che avvenga la sottoscrizione della conciliazione, le parti possono concordarne il contenuto per poi firmare l’accordo nelle sedi stabilite dalla legge.

In altri termini, l’intero iter fra le due parti serve per raggiungere una posizione bonaria partendo da una situazione completamente opposta e in questo processo oltre al lavoratore e datore di lavoro, al momento della firma è presente una terza figura la quale cerca di coordinare tutte le operazioni per trovare un accordo condiviso.

Quando questo avviene, ecco che si parla a questo punto di conciliazione.

Qual è lo scopo della conciliazione

La finalità principale della conciliazione viene definita, in termini giuridici, deflattiva del contenzioso.

Questo termine vuol sottolineare che questo procedimento mira al raggiungimento di un accordo comune tra le parti senza dover necessariamente ricorrere ad una procedura giudiziale.

Riuscendo a trovare una misura alternativa ecco che i tempi per risolvere la controversia si riducono di gran lunga.

Differenze tra conciliazione in sede sindacale, giudiziale e davanti l’ispettorato del lavoro

Nel nostro ordinamento giuridico esistono diversi tipi di conciliazione, nello specifico si distinguono:

  • conciliazione giudiziale,
  • conciliazione stragiudiziale.

Nel primo caso si può conciliare anche davanti al Giudice del lavoro perché le situazioni che ne possono derivare possono essere molteplici.

La conciliazione stragiudiziale, invece, è il risultato finale di un procedimento che avviene al di fuori di un giudizio.

Inoltre, la conciliazione si può espletare:

  • in sede amministrativa,
  • in sede sindacale.

Nel primo caso, le parti possono presentare richiesta di risoluzione della conciliazione presso la Direzione Territoriale del lavoro, ovvero presso gli uffici dell’ispettorato del lavoro: la controversia verrà analizzata dinanzi la commissione di conciliazione provinciale così come previsto dall’articolo 410 del Codice di Procedura Civile.

Nel secondo caso, invece, ci si può rivolgere alle sedi sindacali competenti o in base alle modalità previste dal CCNL di riferimento: in questo caso le parti si incontreranno alla presenza di un rappresentante sindacale che farà da tramite per raggiungere un comune accordo inerente non solo le questioni economiche ma anche le rinunce da parte del dipendente.

Quali sono i tentativi di conciliazione in materia di lavoro

Va sottolineato che la conciliazione avviene nel momento in cui entrambe le parti ne danno l’assenso: se una delle due si rifiuta, ecco che la procedura non si attiva e dunque, viene resa nulla.

Si può ricorrere ad un tentativo di conciliazione nelle seguenti condizioni:

  • mancato pagamento retributivo;
  • licenziamento;
  • differenze retributive;
  • mobbing;
  • differente inquadramento;
  • straordinari che sono stati svolti ma non saldati.

Risulta pertanto chiaro come, ricorrere alla conciliazione apporti a numerosi vantaggi quali:

  • metodo efficace – il contenzioso tra le parti viene risolto senza ricorrere all’intervento di un giudice;
  • riservatezza – entrambi i soggetti coinvolti potranno comunicare in un luogo sicuro e protetto sotto lo sguardo del conciliatore che garantirà il rispetto della privacy;
  • strumento veloce – in genere la conciliazione si conclude in un incontro;
  • soddisfazione delle parti – entrambi potranno trovare una soluzione che sia in linea con le proprie richieste;
  • non vi sono rischi – una volta iniziata la procedura non vi è obbligo di raggiungere un accordo e se ciò non avverrà, nessuno vedrà compromessi i propri interessi.

 

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