Si fa sempre più critica la situazione al confine tra Grecia e Turchia: sono migliaia i migranti che hanno provato a intraprendere il viaggio verso l’Europa da quando la Turchia ha dichiarato di non riuscire a gestire la quantità di persone in fuga dalla guerra in Siria, aprendo i confini verso la Grecia. Stando a quanto riportato dal capo della comunicazione del presidente Recep Tayyip Erdoğan, Fahrettin Altun, le persone che nelle ultime ore avrebbero attraversato il confine con l’Unione Europea nei pressi di Edirne sarebbero più di 100.000, a cui si aggiungono nuove ondate di migranti alla frontiera tra Turchia e Grecia provenienti da Istanbul. La decisione di Erdogan di aprire il confine è arrivata dopo l’uccisione di 34 soldati turchi in una serie di attacchi aerei nella provincia di Idlib, nel nord della Siria, avvenuti la settimana scorsa. La Grecia ha reagito bloccando tutte le nuove domande di asilo per il prossimo mese e aumentando al massimo il livello di controllo, stando a quanto annunciato dal primo minisitro Kyriakos Mitsotakis.
ACCORDO TRA TURCHIA E UE – La Turchia ospita al momento 3,7 milioni di rifugiati, provenienti non solo dalla Siria, ma in precedenza aveva impedito loro di raggiungere l’Europa dopo aver firmato, a marzo del 2016, un accordo con l’Unione Europea poi rinnovato. Ora però Erdogan accusa l’UE di essere venuta meno all’accordo quando Ankara aveva accettato di contribuire a rinforzare il confine sud-occidentale dell’Unione europea, decisione che si è tradotta nel trattenere i migranti in cambio di 3,6 miliardi.
GLI SCONTRI – Erdogan ha così dato il via alla drammatica crisi umanitaria al confine con Grecia, la quale reagisce tentando di arginare con violenza il flusso di migranti: a Evros, nel Nord del paese, la polizia spara con i gas lacrimogeni contro le centinaia di migranti, tra cui donne e bambini, che cercano un varco nel filo spinato, mentre una nuova ondata travolge anche Lesbo.
MEDICI SENZA FRONTIERE – Stefano Argenziano, coordinatore delle operazioni di Medici Senza Frontiere in Grecia, nel commentare la crisi in corso a Lesbo ha dichiarato: “Ancora una volta, vediamo che gli stati membri dell’Unione Europea vogliono impedire a tutti i costi alle persone di cercare sicurezza piuttosto che fornire assistenza di base a uomini, donne e bambini in pericolo, mettendoli così in una condizione di ulteriore rischio. Questo ha portato alla morte di un bambino e all’attacco con gas lacrimogeni contro le persone alle frontiere. Sono inoltre arrivate notizie riguardo la guardia costiera che ha ostacolato imbarcazioni in difficoltà invece di prestare soccorso”.
LE ISOLE – “Con 40.000 persone intrappolate nelle isole greche, la situazione ha raggiunto il limite di sopportazione per i richiedenti asilo e per le comunità locali, entrambi abbandonati dai leader europei a causa dell’accordo UE-Turchia”, prosegue Argenziano. “Di conseguenza, crescenti tensioni hanno portato a scontri, blocchi nelle strade e attacchi contro chi cerca di dare assistenza”.
L’UE – L’agenzia dell’Unione europea Frontex, per la protezione delle frontiere, ha dichiarato di essere in stato di allerta ai confini dell’Europa con la Turchia, mentre la popolazione greca al confine con il Paese sul Bosforo cerca di impedire l’entrata dei migranti alla frontiera, dove Atene ha dispiegato l’esercito.