Ammonterebbe a circa 121 il numero delle vittime degli scontri ancora in corso in Libia: è quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità nel Paese nordafricano. I feriti sarebbero invece più d 500. In aumento anche il numero di sfollati a partire dall’inizio degli scontri armati nella zona di Tripoli, che in base ai dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) al momento è di circa 16.000 persone.
Prosegue dunque in modo sempre più cruento, tra offensive, morti e ritirate, la battaglia che infuria nella zona di Tripoli e che vede schierate da un lato le forze fedeli al governo internazionalmente riconosciuto di Fayez al Sarraj e dall’altro quelle di Khalifa Haftar.
“Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, nel suo incontro oggi al palazzo al-Ittihadeya con il maresciallo Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico, ha esaminato novità e sviluppi della situazione in Libia“, ha riportato l’agenzia ufficiale egiziana Mena citando una dichiarazione di Bassam Radi,portavoce della Presidenza.
“Combattiamo per la nostra terra, per tutti i libici. Per questo sino ad oggi siamo ancora rimasti sulla difensiva: anche i soldati di Haftar sono nostri compatrioti“, ha dichiarato il generale Abuseid Shwashli. “Quelli di Haftar hanno armi più moderne, ma non le sanno usare. Sono soprattutto reclute, meno del 20% delle loro forze ha esperienza, e combattono per lo stipendio oppure perché sono costretti“, ha aggiunto.
“Fate presto“, ha dichiarato il premier libico Fayez al-Sarraj in un’intervista all’inviato del Corriere della Sera, riferendosi all’eventualità che a seguito di quanto sta accadendo potrebbero esserci “800mila migranti e libici a invadere l’Italia e l’Europa“.