Sono 110 gli anni che il Tribunale di Napoli ha deciso di regalarsi per la Giornata della memoria contro la Camorra. Centodieci anni di reclusione che, complessivamente, sono stati inflitti a 10 esponenti del clan camorristico dei Casalesi campeggiato da Nicola Di Martino, detto anche “Nicola 23”. Il territorio in cui operavano era tra i comuni di Teverola e Carinaro. «Così noi festeggiamo la Giornata della memoria», ha commentato il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, Catello Maresca, che ha coordinato le indagini e arrestato il superboss Michele Zagaria.
E’ passato esattamente un anno da quando i carabinieri hanno arrestato Nicola De Martino, 46 anni, e altri 18 componenti del gruppo appartenente al gruppo dei Casalesi. La procura napoletana li accusa di aver più volte intimidito il sindaco di Teverola (Caserta), Biagio Lusini, nel corso del 2010. Le aggressioni sarebbero state due: prima un lancio di una testa di bufala nel suo cortile, poi, pochi giorni dopo la rielezione di Lusini, alcuni spari colpirono la porta della sua casa. Il Sindaco, coinvolto tuttora in un probabile danno erariale da 450mila euro, decise di denunciare soltanto il secondo episodio, infatti da quel momento sono incominciate la indagini che oggi hanno portato all’arresto di 10 componenti.Ma sono anche altri i capi di accusi mossi contro gli esponenti del clan dei Casalesi. Come l’efferato omicidio nei confronti di Salvatore Ricciardi, che si era permesso di chiedere il pizzo in proprio. Il 10 marzo del 2010 il corpo e la vettura di Salvatore furono avvolte dalle fiamme. O come il tentato omicidio di due rom minorenni colpevoli di aver compiuto un furto a casa della moglie dell’ex reggente dei casalesi Aldo Picca. Agli omicidi si aggiungono anche le sei estorsioni ai commercianti della zona.