venerdì, Aprile 26, 2024
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Napoli, bonus spesa Covid a 700 persone tra familiari di camorristi e finti nullateneti

Bonus spesa elargiti con colpevole leggerezza a Napoli e provincia con destinatari anche familiari di camorristi plurimilionari e finti indigenti. Questo è quanto emerge dalle ricerche condotte dalla Guardia di Finanza del capoluogo campano che in una maxi operazione di controllo ne ha scoperti oltre 700. Si tratta di un bando istituito dalla Protezione Civile per venire incontro alle famiglie più colpite dalla crisi dovuta al primo periodo di lockdown primaverile.

In settecento ne hanno approfittato e a farne le spese sono stati, come sempre, i cittadini onesti che hanno visto cestinare le proprie domande di sussidio per l’estinguersi dei fondi. Un caso su tutti, quello di una signora che aveva dichiarato un reddito annuo inferiore a 5mila euro mentre in realtà era di molto superiore ai 65 mila, con un conto bancario che sfiorava i 350 mila euro. Una truffa, operata meschinamente ad un sistema che però ha palesato tutti i propri limiti.

I bonus venivano elargiti sotto forma di voucher con cui pagare la spesa presso attività commerciali alimentari o di prima necessità. Un aiuto soprattutto agli strati meno benestanti della società che però è finito purtroppo nelle tasche sbagliate. A dichiarare impunemente di trovarsi in un periodo di indigenza totale sono stati invece chi di quel contributo statale non aveva alcun bisogno.

Il Comando Provinciale della GdF comunque è andato oltre nelle sue ricerche, mettendo sotto la lente di ingrandimento anche gli altri sussidi istituiti dal Governo quali Reddito di Cittadinanza, Indennità di disoccupazione o redditi non dichiarati finendo per scontrarsi contro una rete di sommerso e di comportamenti fraudolenti.

C’erano infatti coniugi della stessa famiglia che hanno chiesto una doppia contribuzione, oppure chi era già stato inserito tra i beneficiari di assegno di mantenimento per separazione, fino ad arrivare ai congiunti di esponenti della criminalità organizzata. Tutti i soggetti sono stati segnalati alla magistratura e nei loro confronti è stata emessa una multa per il valore complessivo di 250 mila euro.

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