sabato, Aprile 27, 2024
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TikTok: il social che divide Cina, Europa e America

La Commissione europea ha recentemente imposto ai propri dipendenti (32mila) il divieto di utilizzo, con la disinstallazione entro il 15 marzo, dell’applicazione TikTok, di proprietà della società cinese ByteDance; la misura riguarda sia i dispositivi aziendali che quelli personali.

Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha così motivato: «La Commissione europea è un’Istituzione e come tale ha un forte focus sulla protezione della sicurezza informatica ed è su questo che abbiamo preso questa decisione», affermando che non c’è stata nessuna pressione da parte dell’America.

TikTok, piattaforma che oggi conta più di 125 milioni di utenti in tutto il mondo, è già stata al centro dell’attenzione mediatica. Nell’estate del 2020 l’allora Presidente degli Stati Uniti Donald Trump emanò un ordine esecutivo per vietare il social in tutto il Paese, ma senza riuscirci realmente, in un continuo testa a testa tra carte e tribunali. Il provvedimento fu revocato, poco dopo il suo insediamento, da Joe Biden; nel dicembre del 2022 il Senato americano, in coda alle decisioni prese da alcuni Stati, ha vietato l’uso dell’applicazione sui dispositivi governativi.

Le motivazioni alla base di queste disposizioni hanno a che fare con la sicurezza informatica; nello specifico, la paura è quella del pericolo di spionaggio da parte del governo cinese. Nonostante il colosso cinese abbia sempre smentito e rassicurato, c’è poco da fidarsi dato il controllo maniacale, subdolo e terrorizzante esercitato da Pechino.

Da sempre la protezione dei dati è una questione molto delicata, essenziale, soprattutto quando si parla di governi, di informazioni sensibili. Non è quindi sorprendente che vengano presi simili provvedimenti, d’altronde è normale pretendere che i dispositivi usati per il lavoro non prevedano l’installazione di determinate app; è questa una pratica in uso anche in diverse multinazionali.

Lo stop di Bruxelles incide sulla tensione tra Cina e USA, in uno scontro informatico che non sembra placarsi; la miccia è lì, sempre pronta, in attesa di prendere fuoco.

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