sabato, Aprile 27, 2024
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Zalewski, Cheddira e Thuram portano l’Italia in Qatar. Gli occhi dell’Inter sul francese

C’è un pezzo di azzurro nel Mondiale in Qatar, non solo per la presenza dell’arbitro Orsato, fischietto che ha avuto l’onore di aprire i giochi nel match inaugurale tra la formazione di casa e l’Ecuador, ma anche per alcuni talenti nati in Italia e che poi però hanno deciso di vestire le maglie di altre nazionali.

Una scelta che per il momento ha pagato, visto che loro, che sulla carta di identità hanno scritto il nome del nostro Paese alla voce luogo di nascita, in Qatar ci sono andati, a differenza della squadra di Mancini, rimasta a Coverciano, quindi volata a Tirana e poi a Vienna per le due amichevoli disputate contro Albania e Austria. Si tratta di Nicola Zalewski, Walid Cheddira e Marcus Thuram, gli oriundi al contrario di questo Mondiale freddo e distante, gli unici tre italiani ad aver varcato i cancelli di Doha.

Storie di perfette integrazione nel caso dei primi due, Zalewski e Cheddira, o di incroci del destino nel caso di Thuram, nato a Parma nel 1997 quando il padre Lilian giocava in massima serie. Un cammino appunto tutto italiano quello di Zalewski, che promette bene nella Roma di Mourinho. Nato a Tivoli nel 2002 da genitori fuggiti dalla Polonia nell’89, ha sempre avuto le idee molto chiare in fatto di nazionale, fin dai tempi degli esorsi. Oggi è già a quota sette presenze con la squadra di Lewandowski, inserita nel gruppo C con Argentina, Messico e Arabia Saudita. La presenza della Selección rende difatti impossibile poter pensare al primato nel girone, ma chissà che alla fine la Polonia non possa essere la vera sorpresa del Mondiale 2022 tra le altre 32 squadre partecipanti al torneo che vede la Francia come campionessa uscente. Certo è che Mourinho e i sostenitori della Roma faranno il tifo oltre che per Dybala anche per il proprio centrocampista.

Cheddira: nella nazionale marocchina, ma nato a Loreto

Arriviamo poi a Cheddira, attaccante del Marocco anche se è nato e cresciuto a Loreto in provincia di Ancona. Considerando ormai la mancanza di offensiva della nazionale azzurra, lui, bomber e assistman di Serie B con la maglia del Bari, sarebbe servito all’Italia: fisico, freddo, tecnico, ha già segnato 14 gol in stagione. Cheddira forse è l’unico neo di Mancini, che oltre al ct fa suo malgrado il talent scout. Due mesi fa il numero 11 del Bari di proprietà della famiglia De Laurentiis (occhio al Napoli per la prossima stagione) ha deciso di dire sì alla chiamata della nazionale di suo padre, emigrante marocchino sbarcato in Italia negli anni ’90. Solo due amichevoli alle sue spalle con la squadra africana contro Cile e Paraguay, oggi il sogno Mondiale.

Una punta di rimpianto che invece non può esserci per Marcus Thuram, che di italiano ha molto poco, a parte appunto il luogo di nascita e la crescita avvenuta tra Parma e Torino. L’attaccante 25enne, fratello di Khephren Thuram, anche lui calciatore, nato a Reggio Emilia ma non con lo stesso talento, ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili della Francia fino al salto in nazionale maggiore nel 2020. Ad oggi,  ma lo sarà anche in futuro, è destinato a confermarsi una pedina preziosa nell’attacco del ct Deschamps. Però attenzione, perché sull’attaccante del Borussia Mönchengladbach c’è l’Inter, che a gennaio, dopo il Mondiale, potrebbe riportare Thuram a “casa”.

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