domenica, Aprile 28, 2024
HomeSportCalcioJuventus, Gonzalo Higuain il fattore in più nella sfida di Zagabria

Juventus, Gonzalo Higuain il fattore in più nella sfida di Zagabria

Più che all’evoluzione, Gonzalo Higuain costringe alla rivoluzione: è una minaccia costante per gli avversari e un centro di gravità permanente per i compagni;un’arma terribile  per chi gli deve giocare contro e da innescare per quelli che gli stanno a fianco. Assaltatore e accentratore. Un tipo che cambia il modo di pensare e di giocare. E quindi i risultati, se nelle prime otto partite stagionali, tra serie A e Champions, la Juve non aveva mai fatto così tanti gol: né nelle due precedenti stagioni di Allegri, né in quella dei record di Conte. “Dobbiamo solo imparare come dargli la palla», dice dall’inizio l’allenatore bianconero. Si stanno facendo progressi e testando altri assetti, come il 4-2-3-1 intravisto nella ripresa di Zagabria. Un po’ meno orizzontali e un po’ più verticali.

E’ un dato di fatto che con Higuain, solitamente le avversarie medio-piccole vengono spianate. Per tutte le altre ci vorrà una squadra, che ancora non si vede, o solo a
sprazzi. Spesso per «troppi errori tecnici e su questo dobbiamo migliorare», ricordava Allegri
anche dopo la vittoria in Croazia. Presto, anche nuovi moduli, come il 4-2-3-1, appunto,
con tre incursori alle spalle di Higuain: «Volevo vedere come potremmo muoverci in futuro, per sfruttare al massimo le caratteristiche dei giocatori». La scorsa stagione Mandzukic è stato solido e prezioso, ma passare da lui a Higuain significa invertire il senso del gioco: il croato vive spalle alla porta, di sponde e colpi di testa, l’argentino ha il telepass per gli inserimenti e la porta come unica via d’uscita. Come dovrà andare meglio l’intesa tutta argentina con Paulo Dybala, che fin qui sembra aver leggermente perso il feeling con il gol. Almeno secondo Higuain: «Vorrei che mi giocasse più vicino – ha detto il centravanti a Mediaset – e io, qualche volta, glielo chiedo: sono circostanze della partita ed è quello che piace a lui. Io lo preferisco più vicino, ma sono scelte sue». Questa Juve è ancora un mondo nuovo, per Higuain e i suoi compagni. Lui, per esempio, mica era più abituato a giocare meno e a finire in panchina: «Sono decisioni del mister – ripeteva sull’argomento – io sono venuto
qui con la voglia di aiutare la Juve a crescere e a vincere tutto». Toccherà al gioco e soprattutto alle vittorie rendere lievi i cambi e sopportabile il turnover. Del resto, Allegri non può che pensare alla squadra che, ancora, sbaglia troppo: «A Zagabria abbiamo avuto il 72% di possesso palla, eppure abbiamo subìto troppi falli e fatto troppi contrasti». Senza dimenticare la solita raccomandazione: «Piedi per terra». Anche se a Zagabria, alla fine, il tecnico aveva riunito la squadra nello spogliatoio per una buona notizia: «Avete un giorno di riposo». In cambio, gli basterebbe una cosa: basta musi lunghi.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

ULTIMISSIME