martedì, Marzo 19, 2024
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Google: Abuso di posizione dominante per uso discriminatorio dei dati. Ricadute anche sui consumatori

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Nella giornata di ieri l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato assieme alla Guardia di Finanza ha proceduto ad ispezionare le sedi italiane di Google Italy S.r.l. nell’ambito di un’indagine nei confronti del colosso digitale per abuso di posizione dominante. Il procedimento ha avuto inizio a seguito di una segnalazione da parte della società Interactive Advertising Bureau Italia (“IAB”) pervenuta al Garante a metà 2019. Il fulcro della vicenda riguarda le pubblicità poste alla vendita attraverso il web.

Il processo di vendita di pubblicità on-line display si basa principalmente sulla disponibilità del più ampio numero di dati di profilazione dei soggetti potenzialmente destinatari di quella specifica pubblicità. La quantità e la qualità di questi dati è fondamentale per determinare gli orientamenti di consumo dei potenziali destinatari. Come oramai è noto da anni la società irlandese Google LLC offre un’ampia gamma di prodotti e servizi connessi a Internet comprendo anche strumenti di ricerca, spazi cloud, software e hardware.

Si pensi che Google dispone di molteplici strumenti che consentono di carpire il profilo dei soggetti cui indirizzare i messaggi pubblicitari. Un esempio è sistema operativo Android, installato moltissimi smartphone utilizzati in Italia e nel mondo, o anche del browser Chrome, o dei servizi di cartografia e di navigazione Google Maps/Waze e per non parlare di tutti gli altri servizi erogati attraverso Google ID (gmail, drive, docs, sheet, Youtube). Queste piattaforme consentono di ottimizzare il processo di vendita e acquisto di spazi pubblicitari “display”, mostrando un contenuto pubblicitario personalizzato ad hoc ad un utente nel momento esatto in cui questo vuole visualizzarlo.

Nell’ambito del grande mercato della pubblicità online – controllato da Google proprio per via della sua posizione dominante – l’Autorità contesta alla società l’utilizzo discriminatorio dell’enorme mole di dati raccolti attraverso le proprie applicazioni, impedendo agli operatori concorrenti nei mercati della raccolta pubblicitaria online di poter competere in modo efficace.

La manovra di Google avrebbe quindi permesso alla società utilizzare molteplici  elementi traccianti tali da consentire alla società di occupare una posizione “monopolista” nel mercato della pubblicità digitale escludendo i competitor e con ricadute sui consumatori.

Difatti si legge dallo stralcio del provvedimento “ l’assenza di concorrenza nell’intermediazione del digital advertising potrebbe ridurre le risorse destinate ai produttori di siti web, impoverendo così la qualità dei contenuti diretti ai clienti finali.  Inoltre, l’assenza di una effettiva competizione basata sui meriti potrebbe scoraggiare l’innovazione tecnologica per lo sviluppo di tecnologie e tecniche pubblicitarie meno invasive per i consumatori. ”

Il procedimento istruttorio, ancora in fase preliminare, dovrà concludersi entro il 30 novembre 2021.