All’indomani della conferenza di Berlino, incentrata sulla questione in Libia e conclusasi con il raggiungimento di un accordo per una tregua temporanea sul suolo libico, si riuniscono oggi a Bruxelles i ministri degli Esteri europei. Oggetto di discussione sarà ancora una volta il conflitto civile in Libia, che stando a quanto riporta al Jazeera ha registrato ieri sera una ripresa dei combattimenti e degli attacchi a Tripoli da parte delle milizie del generale Haftar.
L’Alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell ha dichiarato a Bruxelles che sarebbe necessario “usare lo slancio negoziale di Berlino per fare progressi” che non abbiano più il carattere della temporaneità. “Sulla Libia nessuno ha concordato nulla, non posso anticipare soluzioni”, ha dichiarato Borrel a margine del Consiglio Affari Esteri, aggiungendo che “un embargo sulle armi richiede controlli di alto livello. E se vuoi mantenere il cessate il fuoco, qualcuno deve monitorarlo: le Nazioni Unite, l’Unione Africana, l’Unione Europea”. Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha intanto anticipato che “a inizio febbraio si terrà a Berlino una nuova conferenza di aggiornamento sulla situazione in Libia”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio mette in luce gli aspetti rilevanti dell’accordo: “E’ stato ribadito ciò che l’Italia chiedeva da tempo con insistenza: il rispetto dell’embargo delle armi con relative sanzioni per chi viola le regole, la necessità di agire solo tramite azioni politiche escludendo quelle militari e il monitoraggio costante della situazione in Libia. L’Italia è pronta a recitare un ruolo di primo piano per il monitoraggio della pace in Libia. Vi garantisco che lavoreremo in maniera serrata per raggiungere l’obiettivo comune: la fine delle ostilità“.
Tra gli argomenti in discussione oggi c’è la possibilità di una ‘peace keeping’ sul suolo libico composta da soldati dell’Unione europea ma che dovrebbe essere autorizzata dalle Nazioni Unite. L’Italia ha espresso il suo favore per questa ipotesi anche al al fine di coinvolgere la Francia, alleata del generale della Cirenaica, e spingerla a rinunciare alla presa su Tripoli.