sabato, Aprile 27, 2024
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“Napoli velata” di Ferzan Özpetek è la percezione della falsa esistenza

Özpetek sceglie di rappresentare Napoli in un panorama astratto e lontano dalla vita cruda a cui siamo abituati grazie a Gomorra. La storia estrapolata da un contesto del tutto analogo e canzoniere riporta alla mente ai quadri del grande Monet, dove l’arte, l’arrangio, la musica, i colori tenui e decisi fanno da cornice ad una storia-non storia che si mostra volentieri come un’opera prima.

Quella di Özpetek è una storia che viene raccontata per il solo scopo di essere guardata. “Napoli velata” è una donna che cammina nei bassi della Napoli povera e che si lascia guardare, scoprire, gustare dagli occhi indiscreti dei curiosi. Il genio di Ferzan Özpetek sta nell’aver volontariamente dato vita a tutte le consuete credenze di una Napoli che resta ancorata ad un’antichità di cui prova nostalgia.

Ci sono dei protagonisti e la trama si apre ad un giallo che deve essere risolto lungo tutto il percorso narrativo, ma Özpetek non vuole e non può farlo, così focalizza la sua attenzione sui balli, le musiche, il teatro e lascia libero sfogo alla storia tormentata di una donna che vede solo attraverso un velo che è quello dell’ipocrisia, del ricordo ferito e delle false speranze.

Napoli velata è riuscita nello stesso obiettivo della città che la ospita. E’ così, cruda e nuda che o la ami o la odi.

 

Federica Verdoliva
Federica Verdoliva
Voglio raccontare al mondo la verità. Voglio scrivere di tutte quelle cose che vengono nascoste. Voglio essere la voce di qualcuno. Voglio che la gente si accorga che quello che vede non è sempre realtà.
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