Il possibile lockdown in Campania ha scatenato l’inferno ieri in data 23 ottobre. Una violenta rivolta anti coprifuoco ha infatti avuto luogo proprio a Napoli. Il tutto organizzato sapientemente. Si trattava della prima notte con le nuove misure restrittive imposte dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca.
SCONTRI CON POLIZIA E CARABINIERI – Sembrerebbe quindi che la popolazione di Napoli non abbia “digerito” tali provvedimenti. Una parola molto debole per esprimere tutta la violenza che ha inondato le strade napoletane la notte scorsa.
Cassonetti in fiamme, lanci di fumogeni, ma soprattutto assalto ai giornalisti presenti e a polizia e carabinieri. L’obbiettivo dei rivoltosi era scatenare la loro furia sugli autori delle nuove misure preventive. Tant’è che l’accaduto ha raggiunto il suo apice proprio nei pressi del Palazzo Santa Lucia, sede del Governo regionale Campano. Sede che poliziotti e Carabinieri cercavano disperatamente di difendere, non senza qualche difficoltà.
I rivoltosi sarebbero partiti inizialmente da Via Cesario Console, poco dopo le 23. Dopo aver bloccato il traffico stradale con un blocco improvvisato si sono diretti appunto verso il Palazzo Santa Lucia. Erano più di tremila persone ad inveire contro De Luca e il suo staff. Ed infine, in seguito allo scoccare della mezzanotte gran parte di loro si sono dispersi, lasciandosi dietro poco più di 200 persone a continuare la protesta.
REGIA OCCULTA – Secondo il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, i burattinai dietro a questa brutale rivolta anti coprifuoco sarebbero alcuni membri di clan mafiosi.
«Ieri sera a Napoli, nell’irrazionalità di tante persone evidentemente inconsapevoli di quanto stavano facendo, c’era anche una sapiente regia. Accertata la presenza reale di uomini dei clan della Pignasecca, del Pallonetto e dei Quartieri Spagnoli».
«[…] erano lì – aggiunge – […] ad ostentare la loro stupidità. Li sconfiggeremo con la forza della ragione, con l’evidenza della verità».