martedì, Marzo 19, 2024
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Guerra in Siria, Trump firma sanzioni contro Turchia. Erdogan: “Il mondo ci sostenga o invieremo rifugiati”

L’Italia non si limiterà alla sospensione delle future esportazioni di armi alla Turchia, ma avvierà “un’istruttoria dei contratti in essere” con Ankara. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e del premier Giuseppe Conte. “La Turchia è il solo responsabile dell’escalation” in Siria e “deve sospendere immediatamente le operazioni militari“, ha dichiarato Di Maio, aggiungendo che l’offensiva turca sta avendo “effetti devastanti sul piano umanitario” e che la soluzione alla crisi siriana non può essere di natura militare.Non si tratta solo di fermare le forniture militari; tutte le iniziative vanno messe in campo. L’esercito turco deve tornare indietro“, ha dichiarato Conte.

Dagli Stati Uniti intanto Donald Trump ha firmato per l’adozione di sanzioni Usa alla Turchia a discapito di tre ministri in carica: il ministro della Difesa, Hulusi Akar, il ministro dell’Interno, Suleyman Soylu, e il ministro dell’Energia, Fatih Donmez, a cui si aggiungono i ministeri della Difesa e dell’Energia.

Il presidente turco Erdogan non vacilla:”Abbiamo salvato dall’occupazione dei terroristi mille chilometri quadrati di territorio nel nord-est della Siria. Presto metteremo in sicurezza l’intero confine turco-siriano da Manbij al confine con l’Iraq“, ha dichiarato, confermando dunque la volontà di allargare l’offensiva anche ai centri strategici ancora controllati dalle milizie curde.

Erdogan chiede tramite un editoriale sul Wall Street Journal il sostegno della comunità internazionale nell’operazione di Ankara “o di cominciare ad accettare i rifugiati dalla Siria“.

La Turchia sta intervenendo dove altri hanno mancato di agire“, titola il suo intervento sulla testata americana. “I flussi di rifugiati siriani, la violenza e l’instabilità ci hanno spinto ai limiti della nostra tolleranza. Senza supporto finanziario internazionale non possiamo impedire ai rifugiati di andare in Occidente“. Erdogan motiva quindi la sua decisione per l’offensiva in Siria dopo aver “concluso che la comunità internazionale non avrebbe compiuto i passi necessari” per risolvere la situazione. “Ci assicureremo che nessun combattente dell’Isis lasci il nord-est della Siria“.

Nei giorni scorsi una delle più note attiviste per i diritti delle donne in Siria, Hevrin Khalaf, è stata uccisa in un violento agguato in cui sono morte anche altre otto persone. La donna, politica del Rojava e segretario generale del Partito Futuro siriano, era stata presa di mira dagli integralisti islamici per il suo impegno nella pacificazione fra curdi, cristiano-siriaci e arabi nella regione.
Sebbene al momento siano ignoti gli autori dell’agguato, stando a quanto riportato dalle Forze Democratiche Siriane sarebbe opera di milizie integraliste sostenute dalla Turchia.