domenica, Aprile 28, 2024
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Javier Milei Presidente dell’Argentina: “Viva la libertà, maledizione”

Si sono finalmente concluse le elezioni in Argentina del 2023, che hanno rappresentato una tra le più accese dispute degli ultimi anni della storia della nazione sudamericana.

Sono pari al 99,26 % le urne scrutinate. Con il 55,69 % dei voti, l’ultraliberista Javier Milei ha superato, di quasi dodici punti, il suo avversario, il peronista Sergio Massa (44,31%), ottenendo la carica di nuovo presidente. Il leader entrante ha avuto numerosi consensi soprattutto nelle province di Mendoza (con il 71% dei voti) e Córdoba (con il 74,14%), nell’entroterra del Paese.

Il popolo argentino era stato chiamato alle urne il 22 ottobre 2023 ma, a questo primo turno, nessuno dei due candidati per la nomina presidenziale si era aggiudicato una quota di voti sufficienti per vincere. Gli elettori sono stati, dunque, richiamati per un secondo turno, il 19 novembre 2023. La votazione del ballottaggio si è chiusa alle ore 18 (ore 22 italiane), con il 76% dell’affluenza.

Milei assumerà il mandato il 10 dicembre, il giorno del quarantesimo anniversario della democrazia, dopo l’ultima dittatura militare.

Il discorso del Presidente

Nel suo primo discorso da Presidente, il nuovo Capo di Stato ha dichiarato che, da quel momento, sarebbe iniziata la “ricostruzione dell’Argentina”:

Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. È una notte storica, torniamo ad abbracciare l’idea della libertà.

Ha poi allertato la “casta corrotta”, affermando di essere a conoscenza che “ci sono persone che resisteranno per mantenere i loro privilegi” ma sarà implacabile: “dentro la legge tutto, fuori la legge niente”.

Al governo peronista di Alberto Fernandez, ha invece chiesto di “prendersi carico del Paese fino alla fine del mandato”.

Ha aggiunto, infine, che “la situazione è drammatica” e “non c’è spazio per la gradualità, per le mezze misure”. Sono tanti i problemi da affrontare e a cui dare priorità, come l’inflazione, la povertà, la miseria e l’insicurezza.

Per Mileil’Argentina ha un futuro ed è liberale”. Tra 35 anni, il Paese sarà “una potenza mondiale; questa è la sua promessa.

Alla pronuncia del suo motto, “viva la libertà, maledizione”, è stato acclamato da una gran folla di sostenitori. Intanto, in tutto il Paese, sono iniziati i festeggiamenti con canti, danze e rulli di tamburi.

La sconfitta di Sergio Massa

La vittoria di Milei era già stata presagita dalla chiusura dei seggi. I suoi portavoce avevano affermato, con entusiasmo, di disporre di dati preliminari molto rassicuranti e che sarebbe cominciato il cambiamento dell’Argentina. Prima ancora che si sapessero i risultati parziali ufficiali, Massa, candidato di Union por la Patria, che, al termine del turno di votazione del 22 ottobre era risultato in vantaggio (con il 36,69% delle preferenze, contro il 29,99% di Milei), aveva ammesso la sconfitta, davanti ai suoi elettori. In un intervento rilasciato alla televisione argentina, aveva infatti dichiarato che il leader del partito La Libertad Avanza sarebbe stato il presidente eletto dalla maggioranza, per i prossimi quattro anni.

L’Argentina ha un sistema democratico solido e forte che rispetta sempre i risultati. Ovviamente l’esito non è quello che ci aspettavamo e ho contattato Javier Milei per congratularmi con lui e augurargli buona fortuna perché sarà il prossimo presidente. L’ho fatto, convinto che la cosa più importante che dobbiamo lasciare stasera è il messaggio che la convivenza, il dialogo e il rispetto della pace di fronte a tanta violenza e squalificazione è la strada migliore che possiamo intraprendere”.

Massa ha tenuto, però, a sottolineare anche che il Paese ha scelto una strada diversa, aggiungendo che:

Da domani la responsabilità di dare certezze, di trasmettere garanzie sul piano sociale, politico ed economico, spetta al presidente eletto. Speriamo che lo faccia.

Le prime reazioni dal mondo

Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, sostenitore di Sergio Massa, nonostante le forti differenze ideologiche, si è felicitato con Javier Milei, in quanto “la democrazia è la voce del popolo e dev’essere sempre rispettata”, come ha scritto in un post su Facebook. Ha, inoltre, augurato buona fortuna al nuovo governo e aggiunto che:

L’Argentina è un grande Paese e merita tutto il nostro rispetto. Il Brasile sarà sempre a disposizione per lavorare insieme con i nostri fratelli argentini.

Dalla Casa Bianca, arrivano le congratulazioni a Milei per la nuova carica e la promessa di collaborare con l’Argentina, come dichiarato dal Consigliere alla Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan:

Mi congratulo con Javier Milei per la sua elezione a presidente dell’Argentina e con la popolazione per le elezioni libere. Non vediamo l’ora di migliorare i nostri forti rapporti bilaterali basati sull’impegno condiviso sui diritti umani, sui valori democratici e sulla trasparenza.

L’ex presidente degli Stati uniti d’America, Donald Trump, a cui l’ultraliberista è spesso stato associato politicamente, sui social si è definito molto fiero del neoeletto Capo dello Stato:

Congratulazioni a Javier Milei per la grande corsa alla presidenza dell’Argentina. Tutto il mondo stava guardando! Sono molto fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e davvero renderai di nuovo grande l’Argentina.

Le parole che Trump ha scritto sono il riadattamento di quelle usate per creare lo slogan della sua campagna elettorale del 2016, “Make America Great Again”.

Elon Musk prevede, grazie alla vittoria di Milei, “prosperità in arrivo per l’Argentina”.

Il Presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha invece criticato negativamente la scelta del popolo argentino ed è triste per le sue sorti.

L’estrema destra ha vinto in Argentina, è una decisione della sua società. Sono triste per l’America Latina. Il neoliberismo non ha più proposte per la società, non può rispondere agli attuali problemi dell’umanità.

Le congratulazioni continuano, però, in Cina, dove la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha, infatti, ribadito l’impegno del Paese a continuare a operare per il rafforzamento delle relazioni con l’Argentina.

La Cina ha sempre attribuito grande importanza allo sviluppo dei rapporti sino-argentini da una prospettiva strategica e di lungo termine”.

Anche la Russia intende sviluppare i rapporti con la nazione sudamericana, come affermato dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.

Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva ha dichiarato che l’ FMI lavorerà con il presidente Milei, per garantire stabilità macroeconomica in Argentina e rafforzare la crescita inclusiva di tutti i suoi abitanti.

Chi è Javier Milei

Javier Milei, di 53 anni, è un anarco populista libertario di estrema destra, nonché leader di La Libertad Avanza. Con la sua riconoscibile acconciatura, motivo per cui è stato soprannominato El Peluca (il Parrucca), la giacca di pelle nera da Rockstar e la tendenza a presentarsi ai comizi con una sega elettrica, simbolo della sua determinazione a voler sfoltire il bilancio dello stato, è un personaggio che difficilmente passa inosservato. Per la sua personalità, sono, infatti, in molti a considerarlo il principale responsabile della rinascita del liberalismo, nella politica argentina. Oltre ai suoi quattro cani, che per lui sono come figli e ai quali ha dato i nomi dei suoi economisti preferiti, e alla comica e imitatrice argentina Fátima Florez, con cui ha una relazione, sempre al suo fianco c’è Karina, la sorella. Per Milei Karina è il suo principale sostegno emotivo, nonché “il capo”, tanto che ha sempre detto che, se fosse diventato presidente, lei sarebbe stata la sua first lady.

Nato a Buenos Aires da una famiglia modesta di origini italiane, è stato docente universitario di macroeconomia, sia in Argentina che all’estero, e autore di nove libri. È stato capo economista presso la Maxima Administradora de Fondos de Jubilaciones y Pensiones (AFJP) e presso lo Studio Broda, consulente governativo presso il Centro Internazionale per il regolamento delle controversie in materia d’investimenti (ICSID) e economista senior presso la HSBC. È membro del B20, il Gruppo di politica economica della Camera di Commercio Internazionale, e del World Economic Forum. Dal 2014, hanno inizio le sue apparizioni come polemista agguerrito, in programmi televisivi e radiofonici. Accanito contro il presidente conservatore Mauricio Macrì e il suo successore, il peronista Alberto Fernandez, nell’agosto del 2020, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2023. Nel 2021 è stato eletto deputato. Oltre ad essere stato definito affine a Donald Trump, per le sue idee politiche, molti lo hanno paragonato anche all’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.

Milei si definisce un economista anarco-capitalista e intende combattere duramente la nemica “casta politica corrotta, abolire la Banca centrale e operare per la dollarizzazione dell’economia. È negazionista del cambiamento climatico e contrario all’ educazione sessuale, considerata un complotto contro la famiglia, e all’aborto. È invece favorevole alla liberalizzazione del possesso di armi. Ha fatto scandalo la sua contestazione riguardo la cifra ufficiale dei 30mila desaparecidos, nel periodo della dittatura in Argentina.

Il leader di La Libertad Avanza si sente un missionario che, come recita uno dei suoi motti più noti, non è venuto per guidare gli agnelli, ma per “risvegliare i leoni”.

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